18 dicembre 2013

 DAL 1° APRILE QUESTO LINK E IL SUO CONTENUTO POTREBBERO DIVENTARE VIETATI!!!!!!!
http://www.beppegrillo.it/2013/12/le_larghe_intese_distruggono_il_web_giulemanidalweb.html


Le larghe intese distruggono il web #giulemanidalweb

| | larghe_intese_anti_web.jpg"Il nostro Paese è tra gli ultimi per la qualità delle sue infrastrutture digitali, per il numero di cittadini connessi alla rete così come per la velocità di download (93°, dopo le Fiji) e di upload (143°, dopo il classico Trinidad e Tobago). La politica, essendo espressione delle lobby dell’editoria televisiva e temendo la diffusione di contenuti multimediali concorrenti non meno della diffusione della conoscenza e dell’informazione libera, ha non solo disincentivato nel passato l’evoluzione digitale della nostra economia, ma la ha proprio decisamente ostacolata grazie al non adeguamento delle normative e alla continua minaccia, spesso ma non sempre disinnescata grazie alla mobilitazione di blog e associazioni, di atti legislativi ostili. Quello che il partito del rottamatore di Arcore è riuscito a fare in pochi mesi di legislatura contro le libertà digitali ha dell’incredibile.

La web tax
La Commissione Bilancio alla Camera ha approvato un emendamento di Edoardo Fanucci (Pd)) alla Legge di Stabilità, sostenuto dal presidente della Commissione Francesco Boccia (Pd), che istituisce la cosiddetta Web Tax. Recita così: «i soggetti passivi che intendano acquistare servizi online, sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media ed operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva italiana». Cosa significa? Che d’ora in poi non potremo più acquistare merce o software o servizi di qualunque tipo da siti che non abbiano aperto una partita Iva italiana. Quello che non esiste da nessun’altra parte in Europa, da noi sta per diventare realtà. Da Amazon a Google a qualunque altra impresa anche piccola, magari operante dall’altra parte del globo: saremo tagliati fuori da tutto, perché è evidente che il servizio che sarà disponibile agli altri cittadini europei, fornito magari da una piccola società del Michigan, a noi sarà precluso, essendo nei fatti impossibile dall’estero espletare tutte le pratiche previste dalla burocrazia italiana per sobbarcarsi l’onere di una posizione fiscale nel Paese più tartassato e oberato di scartoffie amministrative del mondo civilizzato. Ed è ipotizzabile che anche i giganti del web, che trovano nell’Italia un mercato del tutto marginale, possano abbandonarlo a se stesso per concentrarsi su territori meno oscurantisti e più redditizi. Vero è che oggi i colossi digitali fatturano nei paesi fiscalmente più convenienti, come l’Irlanda, ma nell’era dell’integrazione politica a tutti i costi, vuoi vedere che l’unica soluzione che non si può trovare a livello comunitario è quella di un riequilibrio delle politiche fiscali? Ci crede così poco, Letta, all’Unione Europa alla quale sacrifica ogni politica nazionale diversa da quella digitale?

Contro i motori di ricerca
Ma la scure della Santa Inquisizione democratica non si ferma. Nel Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, il proverbiale “venerdì 13”, il governo delle ex larghe intese (“Tesoro, mi si sono ristrette le intese”) ha varato un decreto che sferza un altro micidiale colpo sui motori di ricerca e sulla stessa libertà di informazione. Sotto evidente dettatura delle morenti lobby dell’editoria cartacea, viene incredibilmente sancito che prima di "linkare, indicizzare, embeddare, aggregare" un contenuto giornalistico è necessario chiedere il permesso all'editore. Avete capito bene: la fine dei provider di ricerca che indicizzano le ultime notizie per poi rimandarvi eventualmente alla fonte (viene in mente Google News). Ora dovranno stringere accordi preventivi con gli editori, che si possono immaginare economicamente svantaggiosi. Ma se quel “linkare ed embeddare” evoca sinistri presagi che aleggiano sui blog, i quali si ritroveranno a domandarsi se possono ancora inserire collegamenti ipertestuali agli articoli dei giornali, o citarne stralci, senza dover essere costretti a firmare improbabili contratti con Rcs o con il Gruppo Editoriale l’Espresso, quell’”aggregare” evoca scenari esilaranti nei quali potrebbero diventare illegali in un colpo solo tutti i feed reader privi di autorizzazione e trasformare i vostri pc in tante pericolose rotative clandestine. Un ennesimo regalo all’editoria e un inesplicabile duro colpo allo sviluppo della cultura della circolazione delle informazioni, attuato per decreto e ancora una volta senza il coinvolgimento del dibattito parlamentare.

Il sorpruso antidemocratico dell'AGCOM
E senza alcun dibattito parlamentare si è consumato un vero e proprio sopruso, un atto autoritario, antidemocratico e probabilmente anche incostituzionale, perpetrato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom), che il 12 dicembre ha varato una delibera che non ha precedenti altrove nel mondo e che consegna la libertà di pensiero al suo antagonista storico, l’insieme dei gruppi di pressione che tutelano il copyright, eliminando con un colpo di spugna l’attribuzione del potere giudiziario ai magistrati e conferendolo agli avvocati delle lobby, i quali in presenza (a loro insindacabile giudizio) di “un'opera, o parti di essa, di carattere sonoro, audiovisivo, fotografico, videoludico, editoriale e letterario, inclusi i programmi applicativi e i sistemi operativi per elaboratore, tutelata dalla Legge sul diritto d'autore e diffusa su reti di comunicazione elettronica”, potranno segnalarla all’Agcom che nel giro di pochi giorni potrà ordinare agli internet provider di oscurarla o rimuoverla. Per chi si illudeva che anche il nostro Paese, un giorno, avrebbe visto la nascita di un principio sacrosanto come quello del Fair Use, in vigore altrove, che consente ai cittadini di diffondere stralci di opere protette dal diritto di autore al fine di realizzare un dibattito o di stimolare una discussione attinente, la delibera Agcom appena emanata rappresenta la fine di ogni speranza. Tutto, qualunque contenuto presente in rete, secondo le definizioni di cui sopra, potrà essere oggetto di rivendicazione da parte degli editori. Un video su internet che contiene alcuni spezzoni di un telegiornale o di un servizio giornalistico, una foto pubblicata su un blog, anche se modificata in senso umoristico, magari elaborata a comporre un fotomontaggio, uno stralcio di articolo tratto da un giornale, l’audio del saggio di pianoforte di vostra figlia nel quale l’editore dello spartito riconosce l’uso della diteggiatura da lui depositata, tutto potrà risultare in una segnalazione effettuata all’Agcom che potrà ordinare al vostro hosting provider, o magari a YouTube, di cancellare il vostro blog in tutto o in parte, così come il vostro video. E poiché il provider o il fornitore di servizi di condivisione che nel volgere di pochissimi giorni non dovesse ottemperare, si troverebbe a pagare una sanzione che può arrivare fino a 250mila euro, si può tranquillamente puntare sul rosso e scommettere sul fatto che le segnalazioni inoltrate dall’Agcom verranno immediatamente tradotte nella rimozione dei contenuti controversi, e magari nell’oscuramento di tutto il sito. Interi blog di informazione, pieni di citazioni, di clip multimediali e di composizioni fotografiche, potrebbero scomparire dal 1 di aprile, data di entrata in vigore della normativa. Scavalcando a volo d’uccello l’unico potere che secondo la Costituzione può limitare la libertà di espressione: la magistratura. E purtroppo non si tratterà di un pesce d’aprile. Ed è notizia dell'ultima ora che, in un documento confidenziale inviato al Governo italiano nientemeno che dal vicepresidente della Commissione Europea Maros Sefcovic, Commissario alle relazioni istituzionali, si chiede alle autorità italiane di chiarire in che modo intendono garantire la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini nell'applicazione del regolamento Agcom.

Tasse su smartphone, tablet e pc
Come se non bastasse, sempre nell’ottica di agevolare lo sviluppo delle nuove tecnologie e la diffusione della cultura digitale, il decreto del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso ha escluso l’editoria elettronica (i produttori di ebook) dalle incentivazioni per l’editoria. E ha già annunciato che la settimana prossima varerà un nuovo decreto che imporrà balzelli sugli smartphone, sui tablet e sui pc, per un ammontare complessivo che nel 2014 assommerà a cento milioni di euro. Anziché spingere l’Italia e gli italiani verso la modernità, nel doveroso tentativo di mettersi perlomeno in scia con il progresso tecnologico che sostiene i popoli degli altri paesi del mondo nella loro domanda di competitività, il “progressista
Enrico Letta assesta con il suo Governo i colpi più devastanti che la storia degli attacchi alla Rete in Italia ricordi, caratterizzandosi come uno degli alfieri delle lobby più cinico e spietato, e come uno dei nemici della conoscenza distribuita, dell’innovazione e della mobilità sociale che le nuove tecnologie consentono più ostile e oscurantista. Quanto costerà tutto questo alla nostra economia, in termini di ritardo nello sviluppo e dunque in termini di ulteriore perdita di produttività, purtroppo, lo scopriranno ancora una volta i nostri figli." Claudio Messora

Leggi il post integrale su Byoblu.com

PS: Fino a venerdì La Cosa trasmetterà il film "Trashed" in esclusiva ogni giorno alle 21
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POVERO PAESE DOTATO DI UNA CLASSE POLITICA IGNORANTE.!

19 settembre 2013

Beppe Grillo: Equitalia va abolita

http://www.youtube.com/watch?v=vfT3_96xcCY
Vorrei intervenire sulla notizia di oggi, la più importante, quella su Equitalia. Cinque funzionari di Equitalia sono finiti sul registro degli indagati con l'accusa di corruzione: avrebbero truccato le carte in favore di imprenditori amici indebitati con il Fisco o con l'Inps in cambio della promessa di tangenti.
E' una delle nostre battaglie: Equitalia va abolita. E' indirettamente la responsabile della chiusura di centinaia se non migliaia di aziende in Italia. E' un carrozzone da 8.000 dipendenti che elargisce 500 milioni di stipendi, ha perdite cumulate per 40 milioni. E' un surrogato dell'Agenzia delle Entrate ed è un Spa. La Spa deve fare utili. L'Agenzia delle Entrate che deve controllare e verificare le tasse dei cittadini non deve fare utili! Io voglio un rapporto sincero e onesto con l'Agenzia delle Entrate, che mi dica quanto devo pagare. Lo pago e poi non mi deve più rompere i coglioni. Adesso anche il redditometro: mi arriva una letterina: "si presenti il giorno ... alle ore ..." Ma andate a fare in culo! Io non mi presento da nessuna parte. Io ho la mia vita, i miei soldi sono i miei, se pago le tasse che mi dice l'Agenzia delle Entrate poi non mi dovete più rompere. Io sono preoccupato di dove vanno a finire i miei soldi quando son nelle vostre mani, non il contrario. Equitalia va abolita. Non abbiamo più tempo. Questa gente ci sta facendo perdere tempo, sta rubando il tempo dei cittadini. Avevano 5 milioni di euro e invece di investirli in cultura li hanno dati alla fondazione presieduta dalla Melandri.
Sono una bestia, una belva. Non abbiamo più tempo. Dobbiamo mandarli a casa tutti. Tutti. E la prima da mandare a casa è Equitalia. Si ritorni a un rapporto corretto con il fisco. Un rapporto con la mia Agenzia delle Entrate del mio comune che mi dice quanto devo pagare, il mio imponibile e ti pago. Dopo non mi rompete più i coglioni. Per cortesia. Ora ve lo dico così, poi vi vengo a cercare. Uno per uno. Lo sapete che lo faccio!

28 agosto 2013

FILMATO NON PER I DEBOLI DI CUORE.......

 TENETEVI     FORTE HORROR TV 

FILMATO 

NON PER I DEBOLI DI CUORE.......

"http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Y5W3P58h7oA#t=146 


Syria - is the truth that the media try to hide instead.

"http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Y5W3P58h7oA#t=146  

VIOLARE FACEBOOK E VIETATO VENDERE LIBRI :(

https://www.google.it/search?q=violare+facebook&ie=utf-8&oe=utf-8&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a&gws_rd=cr#fp=3797b911f2ca4127&q=violare+facebook&rls=org.mozilla:it:official&safe=off&tbs=qdr:y

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 http://bastacasta.altervista.org/p3314/#

“RETATA” CON 9 VIGILI PER MULTARE PENSIONATO CHE VENDE LIBRI USATI IN STRADA PER “ARRIVARE A FINE MESE”- ACCADE A BRESCIA


Brescia: Gianfranco e suoi libri cacciati da corso Palestro
Gianfranco 1

Blitz in stile retata per gli agenti della Polizia Locale: sono arrivati in nove per allontanare Gianfranco, il pensionato di Roncadelle che da tempo si siede in Corso Palestro e vende i suoi vecchi libri. Per arrivare alla fine del mese ma anche per non essere più solo

Gianfranco 4 Sono arrivati addirittura in nove, manco fosse una retata in grande stile, per allontanare il pensionato Gianfranco da Corso Palestro, dove in un angolino (senza disturbare nessuno) stava seduto con la sua pila di libri da vendere in cambio di una libera offerta.

Nove agenti della Polizia Locale che ieri mattina hanno multato di circa 160 euro il pensionato libraio, sulla strada un po’ per scelta ma soprattutto perché, in un mondo dove tutto è merce, senza soldi non si campa a lungo.
Le accuse semplici e incontestabili, stando al verbale stilato dagli uomini in divisa, “qui manca il permesso per l’occupazione di suolo pubblico”, e ancora “non risulta emissione di fattura o scontrino per la vendita dei volumi”.Gianfranco 3
Il concetto di offerta libera non va molto a genio al fisco italiano: peccato che alle ‘botteghe’ autorizzate di tutto punto sia (quasi) sempre concesso non fatturare dal 30 al 50% degli incassi quotidiani (i benedetti scontrini mancanti, dati ISTAT sulla Provincia), mentre il povero Gianfranco praticamente ha dovuto sborsare tutto quello che ha incassato.
Due pesi e due misure, sembra constatare amaro Gianfranco che, ricorda, aveva avuto il nulla osta nientepopodimeno che dal sindaco Emilio Del Bono.
 “Della multa non mi interessa – ha spiegato allora il pensionato libraio – Ho intenzione di tornare a Brescia ogni giorno, con i miei libri. Non tanto per venderli, ma per incontrare gente, e parlare con qualcuno”.
E infatti c’è chi lo scriveva e lo recitava, “non c’è niente di peggio che sentirsi soli, pur avendo un sacco di persone attorno”.


22 agosto 2013

LE E-MAIL DIVENTERANNO INVISIBILI........

http://punto-informatico.it/3875477/PI/News/datagate-ancora-vittime-sul-campo.aspx

Datagate, ancora vittime sul campo

In epoca di Datagate l'email non è più un mezzo di comunicazione affidabile e Groklaw, noto sito di news legali, getta la spugna per evitare rischi e tutelare gli utenti. Nel mentre le autorità danno dimostrazione del loro lato più brutale
Datagate, ancora vittime sul campoRoma - Il fondatore di Lavabit ha preferito chiudere bottega piuttosto che sottostare alle ferree leggi non scritte del tecnocontrollo e della sorveglianza globale emerse in seguito alle rivelazioni di Edward Snowden, e ora anche Pamela Jones decide di fare lo stesso annunciando la chiusura definitiva del sito specializzato in informazione a tema legale Groklaw.net.

Ben noto per aver seguito da vicino la battaglia legale tra SCO e Linux e la più ampia questione dei brevetti di interesse della community FOSS, Groklaw era stato inizialmente dichiarato defunto dalla fondatrice - la suddetta Pamela Jones - una prima volta nel 2011 per poi tornare a occuparsi di leggi e cause legali per almeno un altro paio d'anni.

Questa volta, a quanto pare, la decisione di concludere il lavoro di informazione e approfondimento è definitiva: Ladar Levison ha chiuso Lavabit perché l'uso della posta elettronica è largamente soggetto all'abuso di soggetti più o meno legittime, spiega Jones, e un sito come Groklaw non può semplicemente esistere senza l'uso essenziale delle email come mezzo di comunicazione rispettoso della privacy delle fonti.
Jones afferma di essere pervenuta a una decisione "difficile" ma necessaria, perché a suo dire non esiste alcun modo per difendere i collaboratori di Groklaw da una "esposizione forzata" a dir poco indesiderata e pericolosa per i soggetti coinvolti.

Dopo lo sbigottimento iniziale scatenato dallo scandalo Datagate e dai documenti segreti diffusi da Snowden, le autorità passano ora al contrattacco in maniera sempre più incisiva: negli USA i federali avvertono il legale di Levison sulla possibilità che il suo cliente possa essere incriminato per la sua decisione di chiudere Lavabit invece di collaborare con il governo, mentre il Guardian riceve la visita poco cortese gli agenti del GCHQ che dichiarano (letteralmente) "la festa è finita" e forzano la distruzione degli hard disk dei reporter che più di tutti hanno contribuito alla diffusione delle informazioni su Snowden e la sorveglianza globale messa in atto dalla NSA e agenzie sodali.

L'intelligence britannica ha sfidato il senso del ridicolo sfasciando gli hard drive mentre era apparentemente poco interessata al fatto che la documentazione fornita da Snowden fosse disseminata in tutto il mondo, ed è pacifico ipotizzare che il governo si dimostrerà altrettanto refrattario alla pressante richiesta di chiarimenti in merito all'episodio della detenzione forzata del partner di Glenn Greenwald - uno dei giornalisti più attivi sul fronte Datagate - presso l'aeroporto di Heathrow.

Alfonso Maruccia

4 agosto 2013

in cina una parigi fantasma

http://www.francetvinfo.fr/monde/asie/en-chine-paris-est-une-ville-fantome_383936.html 

 En Chine, Paris est une ville fantôme

Construite en 2007 à l'image de la capitale française, Tianducheng peine à attirer des habitants.

 

Le quartier de Tianducheng, le 1er août 2013.
Le quartier de Tianducheng, le 1er août 2013. (ALY SONG / REUTERS)





La Tour Eiffel, des immeubles haussmanniens, des parcs et des cafés... A première vue, Tianducheng, un quartier de la banlieue de Hangzhou (Chine) construit en 2007, est une parfaite copie de Paris. Sauf que contrairement à la capitale française, ses rues sont vides.
Une femme se promène, le 1er août 2013 à Tianducheng (Chine).
Une femme se promène, le 1er août 2013 à Tianducheng (Chine). (ALY SONG / REUTERS)
En six ans, relève le site quartz.com (en anglais), le quartier résidentiel n'a attiré que 2 000 des 10 000 habitants attendus. Son promoteur, Zhejiang Guangsha Co. Ltd, a eu les yeux plus gros que le ventre.
L'un des rares habitants du quartier, le 1er août 2013 à Tianducheng (Chine).
L'un des rares habitants du quartier, le 1er août 2013 à Tianducheng (Chine). (ALY SONG / REUTERS)
Selon les médias locaux, Tianducheng a rejoint la longue liste des villes fantômes chinoises. Ces villes désertes sorties de terre en quelques mois symbolisent le gaspillage et l'endettement des gouvernements locaux dans le pays. La plus célèbre, Ordos, en Mongolie Intérieure, est devenue un paradis pour skater en manque d'espace.
Une paysanne cultive son champ , le 1er août 2013 à Tianducheng (Chine).
Une paysanne cultive son champ , le 1er août 2013 à Tianducheng (Chine). (ALY SONG / REUTERS)