http://informarexresistere.fr/2011/08/25/psicosi-di-massa-negli-usa-come-big-pharma-ha-assuefatto-gli-americani-ai-farmaci-antipsicotici/
Siamo diventati una nazione di psicotici? A giudicare dal boom di farmaci antipsicotici si direbbe di sì. Nel   2008, con un fatturato superiore ai 14 milioni di dollari, questi   psicofarmaci sono risultati i farmaci più venduti, superando in   classifica persino i farmaci contro il colesterolo o il reflusso acido. Una  volta gli antipsicotici venivano prescritti a un numero  relativamente  piccolo di pazienti, affetti da vere psicosi –  principalmente  schizofrenici – per trattare sintomi come allucinazioni,  illusioni ecc..  Oggi sembra che tutti prendano antipsicotici. Ai  genitori viene  spiegato che i loro figli ribelli sono in realtà  bipolari e devono  essere trattati con antipsicotici, gli anziani  colpiti da dementia  vengono curati con farmaci normalmente riservati  agli schizofrenici, e i  cittadini con sintomi che spaziano dalla  depressione all’ansia  all’insonnia vengono imbottiti con una quantità  di antipsicotici da fare  pensare a una psicosi di massa.
Sarà un caso che il  boom di antipsicotici coincida con  l’introduzione sul mercato di una  nuova classe di psicofarmaci noti  come ‘antipsicotici atipici’?  Questi farmaci – tra cui  Zyprexa, Risperdal, Seroquel e Abilify –  vengono reclamizzati come più  efficaci dei loro predecessori (Haldol e  Torazina) ma privi dei loro  devastanti effetti collaterali, in  particolare tremore e altri disturbi  motori. Le vendite si sono impennate e, d’incanto, si è scoperto che gli antipsicotici non servono solo agli psicotici.
Tutti  sanno che l’industria farmaceutica cerca d’influenzare i  dottori con  campagne di marketing, gadgets, viaggi e fondi per la  ricerca. Gli  psichiatri, spiega il Dr. Adriane Fugh-Berman, sono i più  ricettivi in  quanto le loro diagnosi sono estremamente “soggettive”. Lo   strizzacervelli non può usare un test del sangue o una TAC per   diagnosticare le malattie mentali e ci si riduce sempre a un caso di   diagnosi secondo prescrizione (il paziente si sente meglio con   l’antidepressivo dunque era depresso).
Marcia Angell, ex editor del New England Journal of Medicine e nemica giurata di Big Pharma, la mette giù in maniera ancora più esplicita: “Gli psichiatri sono al soldo dell’industria farmaceutica”. La Angell fa notare che tra i 20   membri dell’Associazione Psichiatria Americana che scrivono le linee   guida per la prescrizione di farmaci, 18 hanno legami finanziari con   l’industria farmaceutica, mentre la maggior parte dei redattori del   Manuale Diagnostico e Statistico – la bibbia delle diagnosi mentali – ha   simili conflitti d’interesse.
In un recente articolo sul New York Review of Books, la Angell ricostruisce quella che definisce “epidemia di malattie mentali”.   L’uso di antipsicotici e antidepressivi è letteralmente esploso, e se   questi nuovi farmaci fossero così efficaci, ci dovremmo ora aspettare  un  calo di malattie mentali, non un aumento. Tuttavia la lista  di  persone etichettate come malati mentali è in continuo aumento – il  250%  nel ventennio dal 1987 al 2007 – e l’aumento di diagnosi è ancora  più  allarmante nel caso dei bambini – una crescita del 3500%.
Sotto  la tutela di Big Pharma stiamo espandendo i criteri di  diagnosi delle  malattie mentali in maniera da rendere tutti malati. Fugh-Berman   è d’accordo: “Nell’era del marketing aggressivo da parte  dell’industria  farmaceutica, le diagnosi psichiatriche si sono estese  fino a includere  molte persone che sono perfettamente normali.”
I dati  di consumo italiani non sembrano contraddire quanto emerso a  livello  internazionale, confermando un trend in crescita sia per quanto  riguarda  i consumi sia relativamente al numero di pazienti trattati. Da   un’analisi su ASL italiane il consumo degli antipsicotici in sei anni,   dal 2003 al 2008 è più che raddoppiato e le prescrizioni annue hanno   avuto un incremento del 63%.
Nessun commento:
Posta un commento