La storia segreta dell'AIDS 
Dopo
        che per anni siamo stati terrorizzati dallo spettro terrificante
        dell’AIDS, oggi non se ne parla quasi. Forse per questo è venuto il
        momento di riscrivere la storia di questa misteriosa sindrome, che
        colpisce selettivamente omosessuali e drogati. C’è chi sostiene che
        questa terribile malattia è stata creata in laboratorio come arma di
        sterminio controllato (1).
In vero, assistiamo al propagarsi di nuovi razzismi, culminanti in
        “programmi di controllo” che celano genocidi e stermini
        accuratamente programmati in ambienti militari e asettici laboratori,
        dove si studiano nuovi tipi di morte. In certi ambienti scientifici, si
        svolgono esperimenti, capaci di suscitare veri e propri flagelli. La
        nostra, in fondo, è un’Era di pericolosi angeli sterminatori o, se
        preferite, anticristi.
Un documento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, gli Atti del 91° 
Congresso – Sottocomitato del Dipartimento della Difesa, 1 Luglio 1969, dice 
testualmente: “Gli studi sulla biologia molecolare progrediscono con 
straordinaria velocità. (…). Entro cinque o dieci anni sarebbe possibile 
produrre un nuovo agente biologico che non esiste in natura, e contro cui non è 
stata acquisita nessuna immunizzazione naturale”. Nel periodo di tempo previsto, 
“cinque o dieci anni”, scoppia l’epidemia denominata AIDS.
La storia dell’AIDS, dunque, sarebbe molto diversa da come fino ad ora è
        stata raccontata. La verità sarebbe ben altra e nel mio libro (2)
        documento cosa si nasconderebbe dietro la cosiddetta “peste del XX
        secolo”.
Nel 1981, presso il "Centers for Disease Control" di Atlanta, in Georgia, si cominciò a parlare di una nuova malattia molto contagiosa denominata: "Sindrome di immunodeficienza acquisita" provocata, a quanto dicevano e dicono, da un virus. Robert C. Gallo e Luc Montagnier, gli scopritori spiegarono che l’AIDS è: “...una malattia devastante causata da una classe di agenti infettivi - i retrovirus - che erano stati individuati per la prima volta in esseri umani solo qualche anno prima. ...fu isolato un nuovo virus - il virus dell'immunodeficienza acquisita dell'uomo (HIV, da human immunodeficiency virus) - e si dimostrò che esso era la causa della malattia...” (3). E solo nel 1984, l’allora Ministro della Sanità statunitense Margaret Heckler ed il virologo Robert Gallo, dell’Istituto Superiore di Sanità, annunciarono al mondo, nel corso di una conferenza stampa, che era stata individuata una nuova malattia virale, trasmessa attraverso il sangue o i rapporti sessuali.
Nel 1981, presso il "Centers for Disease Control" di Atlanta, in Georgia, si cominciò a parlare di una nuova malattia molto contagiosa denominata: "Sindrome di immunodeficienza acquisita" provocata, a quanto dicevano e dicono, da un virus. Robert C. Gallo e Luc Montagnier, gli scopritori spiegarono che l’AIDS è: “...una malattia devastante causata da una classe di agenti infettivi - i retrovirus - che erano stati individuati per la prima volta in esseri umani solo qualche anno prima. ...fu isolato un nuovo virus - il virus dell'immunodeficienza acquisita dell'uomo (HIV, da human immunodeficiency virus) - e si dimostrò che esso era la causa della malattia...” (3). E solo nel 1984, l’allora Ministro della Sanità statunitense Margaret Heckler ed il virologo Robert Gallo, dell’Istituto Superiore di Sanità, annunciarono al mondo, nel corso di una conferenza stampa, che era stata individuata una nuova malattia virale, trasmessa attraverso il sangue o i rapporti sessuali.
Si disse e ancora si dice che esso opera sulla cellula a livello genetico
        in maniera tale che il DNA delle cellule infettate riceve “comandi”
        direttamente dall’RNA virale, differentemente di come solitamente
        avviene nelle cellule, dove i “comandi” sono trasmessi dal DNA,
        mentre l’RNA si comporta soltanto da messaggero. Questo modus
        operandi gli deriva da un particolare enzima, la trascrittasi
        inversa, che costruisce una coppia di DNA a partire dall’RNA
        virale, che poi va ad integrarsi nel patrimonio genetico (DNA) della
        cellula ospite. Il “virus dell’immunodeficienza acquisita”
        infetterebbe i linfociti T (helper), adibiti alla produzione di
        anticorpi da parte del sistema immunitario.
Diversi scienziati sono convinti che non sia, com’è sancito dall’ortodossia
        medica, il virus HIV a causare l’AIDS e, tra questi, il famoso scienziato Peter Duesberg
        (http://www.duesberg.com/), esperto, a livello mondiale, di retrovirus e
        professore di biologia molecolare alla University of California di
Berkeley, scopritore, nel 1970, del primo gene collegato al cancro, che,
        tra l’altro, afferma: “Il virus di Gallo non è la causa dell’AIDS
        perché non rispetta i postulati di Koch e Henle di malattia contagiosa
        e perché non rispetta sei regole cardinali della virologia” (4). In
        sostanza Koch ha affermato che si può parlare di malattia contagiosa
        solo quando l’agente infettante, oltre a causare la stessa affezione
        in tutti quegli individui coi quali viene a contatto, è anche sempre
        presente in ogni stadio della malattia.
Con l’AIDS tutto ciò non avviene, infatti, “ci sono molti casi di
        persone con tutti i sintomi dell’AIDS ma che non presentano alcuna
        infezione da Hiv, così come ci sono soggetti che sono stati infettati
        dall’Hiv da oltre 10 anni e che non mostrano alcun segno di
        malattia” (5).
E’da sottolineare, invece, che il modello dell’HIV (nome attuale del
        virus di Robert Gallo deciso da un apposito comitato scientifico al
        posto dei nomi LAV e HTLV-III) sta miseramente fallendo ad ogni test
        scientifico. La ricerca basata su di esso non è stata in grado di
        fornire non soltanto una cura efficace o un vaccino, ma neanche una
        spiegazione teorica per il meccanismo che causa lo stato patologico. Che
        l’HIV non sia la causa dell’AIDS sono ormai diversi scienziati a
        crederlo, tra i quali, oltre al prof. Duesberg, i premi Nobel Walter
        Gilbert e Kary B. Mullis, ecc.. Quest’ultimo è stato insignito del
        prestigioso riconoscimento per la Chimica nel 1993, per aver scoperto la
        Polimerase Chain Reaction  (PCR), metodo per amplificare il DNA
        applicato pure nello studio dell’HIV. Neppure Eleni
        Papadopulos-Eleopulos ci crede.
Gli scienziati, sulla causa dell’Immunodeficenza acquisita (AIDS),
        propendono per spiegazioni diverse, che possono essere suddivise in due
        correnti: la prima attesta che l’HIV è necessario ma insufficiente,
        perché asserisce che devono essere presenti altri cofattori per far
        esplodere la malattia. La seconda corrente, invece, attesta che questo
        virus sarebbe niente più che il
        segno di una immunodeficienza già preesistente, provocata da agenti non
        per forza di cose infettivi, che potrebbero essere anche chimici,
        comportamentali e/o ambientali. Il prof. Duesberg ha precisato
        inoltre: “promuovo le mie idee
        per integrità scientifica, perché quando scopri che una strada non
        funziona è giusto cercarne altre”, aggiungendo che “chi
        sostiene che l’Aids è provocato dal virus Hiv spinge migliaia di
        persone a prendere una medicina dannosa come l’Azt e convince i
        sieropositivi che la loro vita è di fatto finita, terrorizza il mondo
        intero riguardo ai rapporti sessuali, e specula sull’esistenza di
        persone malate”.
Ci stanno ancora altre teorie, molto inquietanti, sull’Aids e chi le
        diffonde viene tacciato di cospirazionismo, di paranoia e ridicolizzato.
        Alcune di queste gravi accuse meritano, per lo meno, di essere
        conosciute dall’opinione pubblica, visto che non trovano spazi sui
        mass media che diffondono soltanto le teorie “ufficiali”. Ecco di
        seguito un breve sunto di queste gravissime accuse. Taluni
        studiosi hanno sostenuto che questa terribile malattia è stata creata
        in laboratorio come arma di sterminio controllato. 
Sorprende, inoltre, sapere che il virus responsabile dell’immunodeficienza
        acquisita è stato scoperto da Gallo, addirittura, un anno prima che si
        manifestasse la malattia! “Nessun altro ricercatore, mai, nella storia
        della medicina, è riuscito a scoprire l’agente patogeno di una
        epidemia l’anno prima che l’epidemia scoppiasse. Solo Robert C.
        Gallo c’è riuscito”(6), hanno denunciato i giornalisti Francesco
        Romano e Elizabeth Vogel. Come si spiega questo anacronismo? La storia
        “ufficiale” dell’AIDS racconta che il dott. Robert Gallo ipotizzò
        un virus come causa dell’Immunodeficienza acquisita, a febbraio 1983,
        tuttavia, Jerome Groopman, sulla rivista “Nature”, già cinque mesi
        prima, a settembre dell’82, aveva scritto: “Robert Gallo del
        National Cancer Institute sta studiando i pazienti di AIDS in funzione
        del virus HTLV perché il virus HTLV ha una simpatia per i T-linfociti,
        e perché è endemico dei Caraibi” (“Nature”, 9 settembre 1982).
La storia della “sindrome di immunodeficienza acquisita” è del resto
        un vero e proprio maledetto puzzle con risvolti e sorprese, così
        inquietanti, da sembrare incredibili e guai a chi denuncia il misfatto.
        Ci ha provato il professor Duesberg pubblicando assieme a Bryan Ellison
        il libro: “Why We Will Never Win the on AIDS”, ebbene, una Corte
        Federale Di New York, il 29 dicembre del 1995, ha ordinato che tutte le
        copie del libro venissero ritirate e distrutte. Una precedente ordinanza
        dello stesso giudice vietava la distribuzione del libro ovunque in
        America, anche gratuitamente (7). Come interpretare questa congiura del
        silenzio?
E se davvero Duesberg avesse ragione a sostenere che l’Hiv non è la
        causa dell’AIDS? Allora sarebbe davvero tremendo per l’ortodossia
        sull’AIDS, perché: “dal 1987 sta prescrivendo a più di 200.000
        sieropositivi, non importa se colpiti o meno dall’AIDS, una micidiale
        accozzaglia di farmaci venefici, come la pentamidina e i chemioterapici
        (tipo l’AZT, il ddl e il ddc); ...sta infliggendo mortifere prognosi
        di AIDS a centinaia di migliaia di persone risultate sieropositive al
        test dell’HIV” (8).
Ma se non è l’HIV, cos’è?
Il “Sunday Express” (26 ottobre 1986), scrisse che, secondo tre
        studiosi, “l’AIDS, la patologia mortale apparsa nel 1979 negli USA e
        che miete vittime in tutti i continenti, è stata ‘inventata’ in
        laboratorio”. Nel frattempo si levano, da più parti, accuse
        gravissime mentre le bugie dette sull’AIDS “...ancora oggi si
        ripetono per coprire lo sterminio dei negri, dei drogati e degli
        omosessuali...” (9).
E’, infatti, ormai evidente che ben lontana “dal minacciare la popolazione
        eterosessuale in generale, l’AIDS resta confinato, principalmente, ai
        tossicodipendenti ed agli omosessuali maschi di particolari zone
        urbane” (10).
Cosa si cela dietro l’AIDS?
C’è chi ha parlato di sterminio, di congiura contro una parte dell’umanità.
        La popolazione nera degli Stati Uniti crede che “l’unico dato in
        comune tra le vittime dell’AIDS... non è né il sesso né la droga,
        ma sono le manipolazioni dell’uomo bianco. Secondo queste storie ai
        drogati viene fornita eroina opportunamente tagliata con sostanze che
        danneggiano il sistema immunitario, mentre gli omosessuali e gli
        africani vengono infettati mediante vaccinazioni di massa, col pretesto
        di proteggerli da altre malattie. Oppure accusano il governo di
        praticare la guerra batteriologica contro i propri cittadini omosessuali
        mettendo in giro un virus (!) che contagia a preferenza gli
        omosessuali” (11).
Leggiamo ancora, nel dossier inchiesta di Romano e Vogel, che “la rivista gay
        New York Native, nell’83 pubblicò la lettera di un dipendente del
        laboratorio di guerra biologica di Fort Detrick il quale assicurava di
        aver partecipato all’operazione, che era iniziata nel ‘78. La
        lettera era anonima ma è stata pubblicata anche in Unione Sovietica
        dalla Literaturnaya Gazeta (il 30.10.85 secondo Covert Action)...
        Secondo un articolo apparso con rilievo nel Times di Londra l’epidemia
        di AIDS in Africa ed in Sud America segue la vaccinazione in massa
        contro il vaiolo, effettuata nei primi anni ‘80. Per estirpare il
        vaiolo dalla faccia della terra l’OMS avrebbe vaccinato almeno 70
        milioni di negri dell’Africa Centrale” (12).
La gravissima accusa fu pubblicata prima da un giornale di New Delhi “The
        Patriot” (ottobre 1985), e poi  ripresa e stigmatizzata dalla
        sovietica “Literaturnaya Gazeta” il 30 ottobre dello stesso anno. In
        Brasile, la notizia che il virus dell’AIDS era un prodotto
        dell’ingegneria genetica, messo appunto come terribile arma biologica,
        fu pubblicata dal giornale “L’Estado de Sao Paulo”. In
        Inghilterra, il 26 ottobre 1986, il quotidiano londinese “Sunday
        Express” ripubblicò la terribile accusa.
La “Pravda”, nell’ex Unione Sovietica, il 31 ottobre 1986, corredò
        una vignetta, che raffigurava un militare che dava un pacchetto di
        dollari ad un medico che aveva una provetta con dentro il mortale virus
        con una didascalia che ribadiva l’accusa della creazione del virus nei
        laboratori del Pentagono. La rivista francese “Eléments” (n. 63,
        1988)  rilanciò l’accusa con un articolo titolato “AIDS, il
        Pentagono sotto accusa”. Tutto ciò sembra essere però passato sotto
        silenzio.
E se l’AIDS fosse, davvero, una vera e propria strage programmata di
        omosessuali, drogati, gente di colore e poveri del mondo?
Proviamo a prendere sul serio queste gravissime accuse. Non c’è dubbio che un
        certo razzismo considera i gay e i drogati delle minoranze moleste, di
        cui se ne potrebbe benissimo fare a meno. Quanto alle sterminate masse
        di poveri del Terzo Mondo, che non producono e coi loro bisogni pongono
        problemi alle nazioni più ricche, un loro sterminio si concilierebbe
        molto bene con il modello di una società basata sul mercato, la
        produzione e il consumo. Secondo una filosofia alquanto cinica, occorre
        qualcosa che sostituisca le guerre e le grandi epidemie che in passato
        avevano la funzione di calmierare e selezionare la popolazione del
        pianeta.
E’atroce pensare che scienziati e studiosi possano mettersi al servizio di
        un tale disegno, ma d’altra parte non si può negare che in certi
        santuari della scienza medica si agisca contravvenendo al giuramento di
        Ippocrate e, invece, si sacrifichino vittime umane per teoremi di morte.
        Lo ha denunciato il dott. Robert Newman, presidente di un grande
        ospedale di New York, il “Beth Israel Medical Center”. Parlando dei
        tossicodipendenti ha dichiarato: “Nessuno lo ha ancora detto
        apertamente, ma sono sicuro che molti sono d’accordo che dovremmo
        lasciarli morire tutti” (13). Questa logica di morte è confermata
        anche dalle parole di Julian Huxley, fondatore della Società Eugenetica
        Britannica, il quale ha asserito che: “L’intelligenza di un nero è
        differente da quella di un bianco, come lo è il corpo (...). Del resto
        è sufficiente vedere il comportamento religioso dei negri per
        comprendere le differenze: urlano, danzano, si abbandonano alle emozioni
        più violente (...). Negri e bianchi presentano differenze organiche
        inarmonizzabili”. E’ in base a queste convinzioni che l’uomo
        arriva a sterminare i propri simili. Ma poi, dovremmo forse stupirci che
        si possano organizzare simili crudeli stermini al termine di un secolo
        segnato dal nazismo e dallo stalinismo? Questo abominio, d’altronde,
        è stato denunciato, soprattutto nei primi anni ’80, da alcuni
        studiosi e ricercatori che la pensano proprio cosi e, a supporto delle
        loro gravissime accuse, indicano alcuni documenti del governo degli
        Stati Uniti.
Tra questi, il Memorandum 200 per la Sicurezza nazionale è uno dei primi e
        forse il più importante. Fu “redatto nell’aprile del 1974
        dall’allora Consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Henry
        Kissinger. Il documento, a lungo tenuto segreto, fu reso di dominio
        pubblico nel 1990 grazie alla legge per la libertà d’informazione, e
        collocato negli Archivi nazionali americani. Si tratta di un documento
        agghiacciante, che denota il cinismo di un governo quando afferma: “Lo
        spopolamento, dovrebbe essere la principale priorità della politica
        estera americana verso i Paesi del Terzo mondo” (14).
Un altro documento terribile è il “Global 2000 Report to the President”
        presentato dal Dipartimento di Stato americano. Il giornalista Rogelio
        Maduro nel suo libro “The Ozone Scare” scrive: “Questo dossier fu
        elaborato dal Consiglio della Casa Bianca per l’Ambiente e dal
        Dipartimento di Stato a partire dai primi giorni della presidenza
        Carter. Decine di alti funzionari e centinaia di consulenti hanno
        lavorato a questo rapporto che proponeva di fare del ‘controllo
        demografico’ la pietra angolare delle politiche di tutti i futuri
        presidenti americani. Nel rapporto e nei documenti che lo accompagnano,
        si trovano tutta una serie di profezie terrorizzanti: crisi delle
        risorse idriche, penuria di energia, carenza di materie prime
        strategiche. La causa di tutto ciò? La crescita demografica. (...).
        E’ dunque necessario, concludeva il documento, che il governo faccia
        convergere politica estera ed interna con l’obiettivo di eliminare
        questi uomini di troppo. (...). Dal momento in cui questo documento è
        stato reso di pubblico dominio, sezioni intere del governo americano non
        lavorano che per mettere in pratica le sue raccomandazioni: il
        genocidio” (15).
Questo programma non è condiviso solo dagli americani. Il celebre
        documentarista Jacques Cousteau, che fu un accanito propugnatore del
        programma xenofobo in Francia, scrisse: “Noi vogliamo eliminare le
        sofferenze, le malattie? L’idea è bella ma non può rivelarsi
        positiva nel lungo termine. C’è da temere di compromettere così
        l’avvenire della nostra specie. E’ terribile da dirsi. E’
        necessario che la popolazione mondiale si stabilizzi e perciò è
        necessario eliminare 350 mila uomini al giorno” (16). E Filippo duca
        di Edimburgo, marito della Regina Elisabetta II presidente del WWF
        internazionale, affermò: “Nel caso che io rinasca, mi piacerebbe
        essere un virus letale così da contribuire a risolvere il problema
        della sovrappopolazione”. (Deutsche
        Press Agentur, DPA, 8 agosto 1988).
Ecco un altro esempio del disprezzo verso le popolazioni del Terzo mondo. Il
        patologo dr. Cornelius Rhoades, che qualche anno dopo avrebbe diretto il
        reparto di patologia del Rockefeller Institute, nel 1932, diede inizio
        ad una vasta ricerca sul cancro. In definitiva effettuava orribili
        esperimenti, tra cui  far insorgere deliberatamente delle infezioni
        sui malati. Trenta portoricani, morirono a causa di questi orribili
        esperimenti.
Rhoades come giustificazione sostenne che: “I portoricani sono la più
        sporca, la più fannullona, degenerata e ladra razza sulla faccia della
        terra... e che perciò tutti i medici potevano deliziarsi nell’abuso e
        nella tortura di questi sciagurati”.
Alla luce di considerazioni così sinistre non è più fantascienza credere a
        quanto sostengono alcuni scienziati, e cioè che “l’AIDS fu in
        effetti il risultato di un programma di ricerca a lungo termine”.
        Qualcuno afferma addirittura di averne le prove, come il russo Jakob
        Segal, docente di biologia all’Università di Humboldt, nella ex
        Germania orientale. Il professor Segal è certo che l’AIDS è stato
        messo a punto nel laboratorio di Fort Detrick, nel Maryland, un centro
        di ricerca su armi chimiche e biologiche. Segal per dimostrare la
        gravissima accusa pubblicò tutti i dati, che aveva raccolto nel 1986,
        in un libro dal titolo: “AIDS: una malattia prodotta in America”.
In esso lo studioso sostiene che: “il virus della immunodeficienza (Hiv),
        che molti scienziati ritengono evolva in AIDS, è quasi identico ad
        altri due virus: il Visna, una malattia mortale che colpisce le pecore,
        il BVL (Bovine Leukemia Virus), ma non l’uomo, e il virus della
        leucemia delle cellule T: Htlv-1 (Human T Cell Leukemia Virus). Il
        Laboratorio di alta sicurezza di Fort Detrick realizzò l’unione dei
        virus Visna e Htlv-1. Il risultato fu l’Hiv messo a punto tra la fine
        del 1977 e la primavera del 1978. Il ‘cocktail’ di Fort Detrick
        venne testato su carcerati che decidevano volontariamente di partecipare
        all’esperimento in cambio della libertà anticipata. Siccome i sintomi
        non si manifestano prima di 6 mesi, i test furono giudicati fallimentari
        e i carcerati vennero rilasciati”. 
“Alcuni di loro erano omosessuali, - continua Segal - e una volta arrivati a New
        York, ignari delle loro condizioni, cominciarono a trasmettere il
        contagio a persone del giro dei gay newyorckesi. E qui, nel 1979, si
        manifestò il primo caso conclamato di AIDS, e la malattia cominciò a
        diffondersi rapidamente”. 
Un altro ricercatore Robert Strecker, confermò le accuse fatte da Segal.
        Egli affermò: “Quando si studia la natura del virus dell’AIDS si
        scopre qualcosa di estremamente interessante. I geni del virus
        dell’AIDS non esistono nei primati o nell’uomo. Se si prende il
        materiale genetico di primati, scimpanzé, esseri umani e lo si
        riordina, non si può ottenere l’AIDS”.  Per Segal l’AIDS si
        sarebbe diffuso a causa di un incidente; per Strecker, invece, sarebbe
        stato iniettato volutamente ai membri della comunità omosessuale
        americana durante il programma per la vaccinazione contro l’epatite B.
Nel frattempo si continua a morire di AIDS specialmente tra le categorie a
        rischio (omosessuali e drogati) e nel Terzo mondo. Tra i Paesi dove vi
        sono più persone colpite dall’AIDS vi è l’India “che conta già
        quattro milioni di abitanti sieropositivi e rischia di diventare il
        Paese più colpito dall’epidemia dell’AIDS. Lo ha denunciato a
        Manila il ministro della sanità indiano, signora Renu Ka Chowdury...”(Rai-Televideo
        del 26 ottobre 1997). Dopo quanto esposto il fatto che segue fa venire
        la pelle d’oca. Il 19 gennaio 1989 “‘Nature’ esce con una serie
        di articoli sconcertanti sull’India. “Saranno sterilizzate tutte le
        mucche improduttive” scrive ‘Nature’. Poi c’è la notizia che
        riguarda direttamente la nostra storia: “entro il ‘92, dice ‘Nature’,
        tutti i bambini indiani saranno vaccinati contro una serie di
        malattie”. (...). Tutti i bambini indiani dovranno essere immunizzati
        entro il 1992.
“Chiaramente qualcosa non funziona nella redazione di ‘Nature’. In India ci sono
        più di 200.000.000 di bambini, e il 92 inteso come anno non è una
        scadenza realistica. (...). Alla fine del 1988 in India si contavano 9
        casi di AIDS”(17). Traete da soli le conclusioni.  Sulla base di
        questi fatti esposti c’è da chiedersi con inquietudine che cosa ci
        riserva il futuro. Che sia davvero in atto una mortale congiura? Come si
        è visto non sono in pochi a crederlo. Alcune delle tesi riportate in
        questo studio ricevono, oggi, numerose conferme, anche molto autorevoli.
Un altro fatto, alquanto enigmatico, fa notare “Nexus. New Time”
        (edizione italiana, anno IV, n. 29, 2000) è quanto scrisse, il 30
        aprile scorso, il Washington Post che, tra l’altro: annunciava
        un’iniziativa della National Security Agency (NSA) volta a
        collocare lo studio dell’Aids e tutti gli istituti pubblici della
        sanità, che lo stanno conducendo, sotto il controllo della Central
        Intelligence Agency (CIA)… Il Presidente Clinton, consigliato dal National
        Intelligence Council (NIC) di dichiare formalmente l’epidemia
        globale di AidS una ‘minaccia alla sicurezza nazionale’ degli Stati
        Uniti, ha trasformato questa politica in legge. L’azione prefigura la
        probabile persecuzione, se non l’incarcerazione o l’assassinio,
        degli scienziati ‘dissidenti’ che si occupano dell’AIDS… (Fonte:
        dr. Leonard Horowitz, Idaho Observer, USA, luglio 2000)”.
Note
        bibliografiche: 
        
        
1
        G. Cosco, “Storia segreta dell’AIDS”, Ediz. Segno, Udine
        1996.
        
        
2
        Ibid. 
        
        
3
        R. C. Gallo e L. Montagnier, L’AIDS nel 1998, in “Le
        Scienze”, n. 44, dicembre 1988, pag. 19.
        
        
4
         “Science”, 29
        luglio 1988.
        
        
5  
        C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?. L’articolo
         pubblicato sulla rivista “Reason” (giugno  1994) è
        riportato in  “AIDS una questione  aperta”, a cura di Raul
        Vergini, GUIDE ALLA SALUTE di CARTAduemila,  Andromeda, Bologna
        1995, pag. 10.
        
        
6  
        Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, Cesco Ciapanna
        Editore, Roma,  marzo 1989, pag. 118.
        
        
7
        “Nexus New Time”, Edizione italiana, n. 6, luglio-agosto
        1996, pag. 7.
        
        
8
        Dalla lettera di Peter Duesberg pubblicata in  “La rivista
        dei libri”, novembre 1996, pag. 42.
        
        
9
        Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit.,
        pag. 134.
        
        
10 
        C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause
        AIDS?, cit., pag. 12. 
        
        
11 
        Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pagg.
        96-97.
        
        
12 
        Ibid., pag. 97.
        
        
13 
        “Science”, 12 febbraio 1988.
        
        
14 
        “XFACTOR”, pubblicazione edita dall’Istituto Geografico De
        Agostini, n. 14, 1997,  pagg. 16-17.
        
        
15 
        “L’Italia”, settimanale, 22 marzo 1995.
        
        
16 
        “Corriere dell’Unesco”, novembre 1991.
        
        
17 
        Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 153.
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