29 marzo 2013

E' morto Enzo Jannacci Grande artista

E' morto alla clinica Columbus di Milano il cantautore Enzo Jannacci, dove era ricoverato da alcuni giorni. Da tempo malato di cancro, si è spento intorno alle 20.30 di venerdì. Con lui, in ospedale, tutta la famiglia. Le condizioni di salute di Jannacci si erano recentemente aggravate. Negli ultimi giorni, spiegano fonti sanitarie, era stato male. Per questo motivo era tornato in clinica.
Nato a Milano il 3 giugno 1935, cantautore, cabarettista, tra i protagonisti della scena musicale italiana, oltre che cardiologo, Jannacci si è spento all'età di 77 anni.

 http://www.youtube.com/results?search_query=IANNACCI&oq=IANNACCI&gs_l=youtube-reduced.3..0i10l4.571497.573918.0.575281.8.8.0.0.0.0.370.1569.2j1j4j1.8.0...0.0...1ac.1.BNMJMvA-9wc


Addio Enzo........................

:(

1 commento:

  1. No, Enzo è passato oltre, come un Segno nel Ghiaccio di questa valle dei Freddi.
    Come Franco, così son gli Artisti.
    In questo luogo ove persin il tempo è Fuggito, avvolto entro il proprio Sudario, come un Urlo. Rimangon solo Vetuste ragnatele ed un nido di Vedova Bianca. Forse fucileranno il Vecchio sul Colle, oppur gli mozzeran le Mani, così che non possa piu' Tesser Artefatti del Male.
    In fondo, anche i Ladri son Artisti, in un certo senso.

    Io, per fortuna, non ho mai saputo porre due sillabe in Croce: solo Ridere , come tutte le Baldracche sguaiate ed affogar la mia Ignavia nelle Orge.
    Eri Bello ed io perdutamente Riflessa nel Tuo esser ingenuo ed Impetuoso.
    La Tua mano, così Sapiente e Dolce, ad insinuarsi entro la mia Gonna, su' su' a cercar l'Origine delle mie Cosce.
    La mia a Raffrenar il Desiderio: il nostro.Così diverso, curioso come un Gatto di Bosco entro la Fenditura di un albero a Scovar il luogo ove si pone a nidificar un'Uccellina.

    Passo' oltre anche la Bell'estate, la Gioia.
    Ti chiusi la Porta , sbattendola forte su quel Tuo bel Volto...

    Ancor oggi Ti Scrivo, come un Arabesco di Brina, entro la Notte.
    Il mondo fuori, Infuria, grida, come fan i Fantasmi abbracciati al Precipizio.
    Rimangon qui, privi d'Amore, di Tenerezza e Carne...
    Eri Dolce, nel Suggerne le Mie.
    Come un Colombo, Ti dissetavi alle mie Acque.
    Ed io mi Levavo in Te.

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